Valutazione del rischio rumore D.lgs. 81/08 - fonometria
Obbligo di misurazione del rumore negli ambienti di lavoro
L'obbligo di effettuare una accurata valutazione dei rischi di vari agenti fisici, fra cui il rumore, deriva direttamente dal D.Lgs. n°81 del 2008, in particolare dal Titolo VIII, CAPO II, intitolato: “Protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro”.
La valutazione del rischio rumore deve sempre essere effettuata, e deve tenere conto di tutti gli aspetti elencati all'art. 190 del T.U. Salute e Sicurezza; nel caso in cui, a seguito della articolata e puntuale verifica di cui sopra, vi è anche soltanto il dubbio o la possibilità che i valori limite di esposizione (valori di picco di pressione acustica, livello di esposizione al rumore giornaliero e settimanale) possano essere superati, in questi casi il datore di lavoro deve provvedere ad effettuare la misurazione del rumore negli ambienti di lavoro.
Rumore e malattie professionali
La normativa nazionale, applicazione della corrispondente Direttiva Europea, intende realizzare la miglior tutela della salute dei lavoratori che devono operare in possibile presenza di livelli di rumore pericolosi, sensibilizzando tutti i soggetti interessati: datori di lavoro, preposti, dirigenti e lavoratori.
Le ricerche e le statistiche delle malattie professionali hanno evidenziato infatti, che gli effetti dell’esposizione al rumore possono provocare gravi danni, anche in caso di valori relativamente non elevati, qualora ripetuta e prolungata nel tempo, come accade appunto ai lavoratori in alcuni casi.
Rumore e produttività
Per quanto riguarda il rischio rumore, come per altri rischi, una valutazione corretta e approfondita, oltre ad essere fine alla prevenzione di malattie professionali e infortuni, quasi sempre migliora anche la produttività.
Il rumore infatti compromette fortemente anche la produttività, alcuni studi riportano cali fino a - 65%, sommando 4 diversi punti di vista: fisiologico, cognitivo, psicologico e comportamentale.
La misurazione del rumore negli ambienti di lavoro deve essere effettuata da tecnici qualificati mediante l'uso di strumenti idonei, con certificato di taratura valido, facendo riferimento ad una norma standard riconosciuta, quale la ISO 1999:1990.
L'esposizione al rumore superiore ai livelli consentiti può provocare, oltre a lesioni all’organo dell’udito, anche danni di tipo extrauditivo (stress, problemi al sistema cardiocircolatorio, al sistema nervoso, disturbi del sonno, diminuzione della produttività, mal di testa, ecc..),; è quindi nell'interesse di tutti non sottovalutare questo rischio adempiendo al meglio possibile agli obblighi normativi.
In base alla valutazione dei rischi andranno (come sempre) applicate le misure di prevenzione e protezione privilegiando, in coerenza con i criteri generali, l'eliminazione dei rischi alla fonte e quindi in via subordinata altre soluzioni.
Anche l'organizzazione del lavoro, con un accurato studio di procedimenti e metodi può contribuire fortemente ad una significativa riduzione dei rischio.
Rischio rumore, quando usare i DPI?
L'uso dei dispositivi di protezione indivisuale - DPI - come cuffie antirumore o inserti acustici è consentito solo in ultima istanza, quando tutte le altre soluzioni sono già state applicate al meglio per la gestione del rischio residuo.
In accordo con i principi generali di prevenzione di cui all'art.6, par.2, Direttiva CE 89/391, ove si afferma che le misure di protezione collettiva devono essere preferite, se applicabili, alle misure di protezione individuale.
GMT Consulting può supportare, su tutto il territorio nazionale, sia Grandi Aziende che PMI nell'adempimento puntuale dell'importante obbligo normativo della valutazione del rischio, e nella misurazione in campo del rumore con fonometro, studiando con voi le soluzioni più appropriate per le vostre esigenze.
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