Tyssen-Krupp, sentenza Cassazione Penale del 24 aprile 2014

Confermata la responsabilità penale degli imputati


La Cassazione Penale a Sezioni Unite si è espressa lo scorso 24 aprile, scrivendo un'altra pagina - non l'ultima - di questa tragica vicenda in cui persero la vita in modo atroce sette lavoratori. Premesso che per trarre conclusioni approfondite sarà necessario attendere il deposito delle motivazioni, che avverrà entro novanta giorni dalla data della sentenza, la lettura del dispositivo ci consente di trarre alcune prime considerazioni.

La Suprema Corte ha accolto la tesi del PM, che aveva chiesto, in conformità alla sentenza di appello, la derubricazione del reato da omicidio volontario con dolo eventuale a omicidio colposo, seppure aggravato dalla "colpa cosciente" per aver previsto la possibilità dell'evento dannoso.
Ricordiamo che il processo di appello si era chiuso con la condanna per l'amministratore delegato di allora Harald Espenhahn, a dieci anni di reclusione, e per gli altri imputati con pene dai sette ai nove anni di carcere.

La S.C. respingendo il ricorso della Procura di Torino, ha rinviato il fascicolo alla Corte di Appello per un nuovo processo, atto a stabilire nuovamente le pene da applicare ai sei imputati, per omicidio colposo aggravato, incendio e rimozione volontaria di cautele contro gli incidenti; da notare che in precedenza l'incendio era stato considerato "assorbito" dagli altri reati.
Il nuovo giudizio dovrà determinare nuovamente la quantificazione della pena, ma la responsabilità penale, per colpa aggravata, è stata confermata in via definitiva dalla Cassazione. Nessuno degli imputati quindi potrà essere assolto, questo dato è certo.

Il fatto che non si procederà più per omicidio volontario con dolo eventuale, come aveva chiesto la procura di Torino per il solo A.D. Espenhahn, non è detto che possa influire in modo incisivo sull'ammontare delle pene che saranno nuovamente irrogate dai giudici del processo di appello bis. Sull'aumento o la diminuzione delle pene la Cassazione infatti non si è espressa, limitandosi a chiedere una rimodulazione.
La sentenza del nuovo processo di appello permetterà quindi di valutare complessivamente la portata di questo processo, che continua a presentare, rispetto alla media per questo tipo di reati, connotati di particolare severità nei confronti degli imputati.

Vi segnaliamo l'intervista al procuratore Guariniello pubblicata il 14/5/14 dalla rivista Punto Sicuro,di commento alla sentenza e sul futuro del "dolo eventuale".
15/05/2014

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