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INAIL conferma aumento incidenti comparto logistico e richiama imprese a investire in formazione, controllo e sicurezza
l settore del trasporto e magazzinaggio è uno dei motori dell’economia italiana: garantisce la distribuzione di merci e prodotti su tutto il territorio, connette imprese e mercati e rappresenta un nodo essenziale della filiera produttiva.
Tuttavia, è anche uno dei comparti più esposti al rischio infortunistico, con una crescita costante di denunce e casi di infortunio negli ultimi anni.
L’INAIL, attraverso la sua ultima analisi statistica, evidenzia un quadro che non può essere ignorato: il numero di infortuni, sia in occasione di lavoro che in itinere, è in aumento. Le cause sono molteplici: ritmi di lavoro intensi, carichi di attività in crescita, presenza di microimprese e una logistica sempre più frammentata.
Questi fattori, sommati all’uso frequente di mezzi, attrezzature e spostamenti continui, rendono il comparto tra i più critici in termini di salute e sicurezza sul lavoro.
Un comparto strategico ma fragile
In Italia si contano oltre 119.000 imprese attive nel settore del trasporto e magazzinaggio, con più di un milione di addetti. La maggioranza è composta da micro e piccole imprese, che spesso non dispongono di risorse strutturate per la gestione della sicurezza. Questa frammentazione, unita alla pressione dei tempi di consegna e alla competizione sui costi, può compromettere l’efficacia delle misure preventive.
L’aumento delle denunce di infortunio riguarda in modo particolare gli incidenti stradali e gli infortuni in itinere, un fenomeno che riflette la mobilità costante dei lavoratori del settore. Anche i casi mortali restano elevati, con una netta prevalenza tra gli autisti e gli operatori di magazzino, categorie esposte quotidianamente a rischi fisici, meccanici e ambientali.
Gli eventi più frequenti includono investimenti da veicoli in movimento, cadute dall’alto, traumi dovuti alla movimentazione manuale dei carichi e collisioni durante le operazioni di carico e scarico. In molti casi, la causa è legata alla stanchezza, alla fretta o alla mancanza di formazione adeguata.
I punti critici della sicurezza
Tra i principali fattori di vulnerabilità del comparto emergono:
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Turni prolungati e lavoro notturno, che aumentano l’affaticamento e riducono la soglia di attenzione;
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Utilizzo di mezzi obsoleti o poco manutenuti, che incrementano il rischio di guasti o malfunzionamenti;
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Procedure operative non standardizzate, in particolare nelle realtà più piccole;
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Scarsa formazione del personale, spesso sottovalutata a causa della rotazione elevata dei lavoratori stagionali o interinali;
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Spazi di lavoro complessi, dove la convivenza tra persone e mezzi richiede un elevato livello di coordinamento e comunicazione.
Per molte imprese, il primo passo verso la riduzione del rischio è adottare una visione organizzativa più strutturata, che consideri la sicurezza non come un costo, ma come parte integrante della produttività e dell’efficienza operativa.
Prevenzione e gestione integrata del rischio
Le evidenze raccolte da INAIL ribadiscono che la prevenzione non può limitarsi all’adempimento formale, ma deve essere un processo continuo, basato su analisi dei rischi, pianificazione, formazione e monitoraggio costante.
L’adozione di sistemi di gestione della sicurezza secondo la norma ISO 45001 consente alle imprese di strutturare in modo efficace le attività di controllo, responsabilizzare i lavoratori e ridurre gli incidenti attraverso procedure e obiettivi misurabili.
Un ruolo decisivo è giocato anche dalla digitalizzazione: software dedicati alla sicurezza e alla manutenzione, piattaforme per la formazione online, sensori per il monitoraggio delle attrezzature e dei carichi possono supportare la prevenzione in modo concreto.
La tecnologia, se integrata correttamente nei processi aziendali, diventa un alleato strategico per la gestione proattiva del rischio.
La cultura della sicurezza come investimento
Le imprese che hanno saputo investire nella formazione del personale e nella valorizzazione delle competenze hanno registrato non solo una riduzione degli incidenti, ma anche un miglioramento dell’efficienza e del clima organizzativo.
Promuovere una cultura della sicurezza significa creare consapevolezza a tutti i livelli, dal management agli operatori, e consolidare l’idea che ogni comportamento sicuro contribuisce al successo complessivo dell’azienda.
In un settore dove la velocità e la pressione operativa sono la norma, è essenziale bilanciare produttività e sicurezza, adottando strumenti di pianificazione e monitoraggio capaci di prevenire gli incidenti prima che si verifichino.
Conclusioni
Il comparto dei trasporti e del magazzinaggio rappresenta una colonna portante dell’economia nazionale, ma il suo livello di rischio richiede oggi un salto di qualità nella gestione della sicurezza. I dati raccolti da INAIL parlano chiaro: è necessario un impegno collettivo per ridurre gli infortuni e tutelare la salute dei lavoratori.
Investire in prevenzione, formazione e tecnologia non è più una scelta, ma una condizione imprescindibile per garantire continuità, competitività e sostenibilità nel lungo periodo.
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