Sentenza Tyssen di secondo grado: ridotte le pene per tutti i condannati

In appello si è passati da “dolo eventuale” a “colpa cosciente”

Il 28/2/2013 La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha riformato il giudizio di primo grado, la “storica” condanna a 16 anni e 6 mesi dell’Amministratore Delegato Harald Espenhahn per “dolo eventuale”, ridimensionandola ad un più comune caso di omicidio colposo, seppur con l’aggravante della “colpa cosciente”. Si è ritenuto cioè che L’A.D. non avesse considerato accettabile il rischio concreto di un incidente mortale, rinunciando agli investimenti antincendio necessari in ragione di logiche economiche in vista del trasferimento a Terni della produzione, bensì che egli abbia ritenuto che le proprie azioni ed omissioni non avrebbero causato effettivamente il disastro.
La pena è stata quindi ridotta a 10 anni di reclusione, che rimane comunque la più elevata mai inflitta in Italia per omicidi correlati ad un infortunio sul lavoro, come ha sottolineato il P.M. Raffaele Guariniello alla lettura della nuova sentenza.
Sono state ridotte le pene, che rimangono comunque molto pesanti, anche agli altri imputati: gli altri due membri del consiglio di amministrazione, il direttore di stabilimento, l’RSPP, un dirigente con responsabilità dirette sugli investimenti in tema di sicurezza.
Per tutti gli imputati è stata invece confermata la condanna per il reato di omissione dolosa di cautele antinfortunistiche ai sensi dell’art. 437 del C.P.
Il Pubblico Ministero e l’azienda Tyssen Krupp hanno già annunciato ricorso in Cassazione, spetterà quindi alla Suprema Corte pronunciarsi in modo definitivo su questo caso, affermando un precedente importante.

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01/03/2013

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