04
FEB
News GMT Consulting
Nuovo documento di sintesi di EU-OSHA e Eurofund
Oltre
ai rischi negli ambienti di lavoro più conosciuti, studiati e approfonditi nel corso degli anni,
ne esistono altri che, anche per il numero sempre crescente di casi è sempre più indispensabile approfondire ai fini di migliorare la
qualità delle condizioni di lavoro. Stiamo parlando dei rischi
psicosociali.
Uno
degli obiettivi dell’Unione Europea è proprio quello di promuovere
il lavoro e il costante miglioramento delle sue condizioni. Tra gli
elementi che costituiscono gli obiettivi della Strategia Europa del
2020 si leggono chiaramente la garanzia della salute per i lavoratori
e il benessere duraturo dal primo giorno di lavoro fino alla fine
della carriera lavorativa.
La Direttiva storica emanata nel 1989 e meglio conosciuta come Direttiva
Quadro, obbliga tutti i datori di lavoro a valutare i rischi
lavorativi e ad attuare misure preventive al fine di tutelare i
lavoratori da infortuni e malattie professionali. Ne consegue che i
rischi psicosociali sono compresi nelle valutazioni, e meritano
quindi per la complessità, di essere trattati in maniera
approfondita, inserendoli tra tutte quelle strategie preventive messe
in campo in ogni azienda.
"Rischi psicosociali in Europa: diffusione del fenomeno e strategie di prevenzione" questo è il titolo del documento di sintesi tratto dalla relazione sui rischi psicosociali sul lavoro, redatta dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (EU-OSHA) di concerto con la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound).
In
Europa, il 25 % di tutti i lavoratori sostiene di soffrire di
stress legato all’attività lavorativa e una percentuale
altrettanto interessante riferisce che l’attività lavorativa ha
contribuito al peggioramento dello stato di salute.
E'
noto che le situazioni di stress riguardano anche e sopratutto il
tipo di mansione: le più soggette infatti sono tutte quelle monotone
e quelle che sottopongono a grande intensità lavorativa con pieno
coinvolgimento del lavoratore sotto il profilo fisico e psichico. Una
fetta molto importante, nello scenario delle malattie psicosociali
lavoro correlate, occupano anche le violenze e le molestie. La loro
segnalazione però avviene molto raramente e ciò potrebbe celare una
mancata denuncia da parte dei lavoratori che subiscono tali soprusi e
che vedono notevolmente calare il loro stato di attenzione e di
concentrazione.
L'effetto
negativo nella conduzione del proprio lavoro in chiare fasi di stress
aumenta esponenzialmente la probabilità di incorrere in infortuninel proprio ambiente lavorativo e il manifestarsi di vere e proprie
malattie psicosociali anche al di fuori della realtà lavorativa.
Uno
dei fattori che influenza notevolmente la continua crescita sommersa
di queste “nuove” patologie professionali è l'aumento della precarietà del lavoro che spinge ogni giorno milioni di lavoratori a
svolgere il proprio lavoro con orario non del tutto regolari e per
molte ore.
Questo
fenomeno ha visto molti paesi presenti nella nostra Comunità e non
solo, l'aumento delle segnalazioni legate a diversi aspetti
lavorativi negativi come le violenze e le molestie.
La
conclusione è chiara: la mancata o sottostimata valutazione di tali
rischi porta circa l'80% dei datori di lavoro a preoccuparsi per le
condizioni di stress legate all'attività con un notevole calo della
produttività reale e un aumento del turn-over. Almeno 1 su 5
considera la violenze e le molestie sul luogo di lavoro la
preoccupazione più grande.
Sebbene
preoccupati però, meno di un terzo delle imprese ha svolto una adeguata valutazione, e dispone di procedure attive
adatte a gestire questo genere di rischi.
Sarebbe
utile ribadisce European
Agency for Safety and Health at Work, fornire alle imprese le
informazioni chiare e precise per aiutarle concretamente ad
affrontare i rischi psicosociali. Le soluzioni prese in fase di
programmazione annuali non sono uguali per tutti ma devono essere
ritagliate su ogni azienda al fine di generare l'intervento per
eccellenza ovvero quello efficace.
Per
maggiori informazioni in merito potete consultare l'intero report
dell'Agenzia Europea per la salute e la sicurezza sul lavoro
cliccando sul seguente link e visitate
la nostra pagina tematica sul rischio stress lavoro correlato, in Area sicurezza sul lavoro.
04/02/2015
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