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Stop al lavoro sotto il sole tra le 12:30 e le 16:00 fino al 31 agosto
Le temperature estive sempre più estreme impongono un’azione concreta per tutelare la salute dei lavoratori.
Con questo obiettivo la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato le nuove Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare, uno strumento operativo rivolto a imprese e professionisti della sicurezza.
Il documento, condiviso a livello nazionale, fornisce indicazioni tecniche e organizzative per la valutazione e gestione del rischio microclimatico e dell’esposizione alla radiazione solare, a cui sono esposti migliaia di lavoratori, specialmente nei comparti agricolo, edile e della logistica.
Emergenza caldo nei luoghi di lavoro: Cosa prevedono le nuove linee guida
Il calore eccessivo è un rischio professionale riconosciuto. Il datore di lavoro, ai sensi del D.Lgs. 81/08, è tenuto a valutare questo rischio e adottare misure di prevenzione adeguate. Le nuove linee guida rafforzano questo obbligo, offrendo un quadro strutturato di intervento:
Emergenza caldo nei luoghi di lavoro: divieto di lavoro nelle ore più calde e i rischi per la salute
Numerose Regioni italiane hanno già adottato ordinanze che vietano, fino al 31 agosto 2025, lo svolgimento di attività lavorative all’aperto tra le 12:30 e le 16:00, in caso di esposizione diretta al sole.
I settori interessati sono:
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Agricoltura e raccolta stagionale in pieno campo;
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Florovivaismo, in serra o all’aperto;
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Edilizia, in particolare lavori su tetti, ponteggi, impalcature, strade, rifacimenti facciate e posa pannelli solari.
Il divieto si applica in base alle mappe di rischio e tiene conto delle condizioni meteorologiche locali, delle previsioni a 3 giorni e dell’indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature).
Le alte temperature possono causare un ampio spettro di patologie da calore, tra cui:
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Dermatiti da sudore e irritazioni cutanee;
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Crampi muscolari e squilibri idrosalini per perdita di liquidi e sali;
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Esaurimento da calore, con malessere, nausea, vertigini, affaticamento e temperatura corporea elevata;
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Colpo di calore, condizione grave e potenzialmente letale, con possibile perdita di coscienza, blocco della sudorazione, danni neurologici e rischio di morte;
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Eritemi solari, fotocongiuntiviti e danni oculari, dovuti alla radiazione UV.
Una corretta informazione ai lavoratori, un piano di emergenza aggiornato e una formazione pratica degli addetti al primo soccorso sono elementi imprescindibili per garantire la sicurezza in caso di eventi acuti.
Emergenza caldo nei luoghi di lavoro: cosa devono fare le aziende
Per essere conformi alle normative e garantire condizioni di lavoro sicure, i datori di lavoro devono:
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Integrare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) con una sezione specifica sul microclima e radiazioni solari;
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Aggiornare POS e DUVRI, nel caso di cantieri o lavorazioni in appalto, con le misure adottate per la prevenzione del rischio caldo;
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Prevedere procedure per la gestione delle emergenze climatiche, con individuazione di un responsabile interno per il monitoraggio delle condizioni meteo e delle misure da attivare;
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Fornire abbigliamento idoneo, preferibilmente tecnico, traspirante, di colore chiaro e con protezione UV certificata;
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Evitare il lavoro in solitaria e favorire la rotazione del personale nelle aree più esposte;
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Attrezzare aree di pausa ombreggiate e ventilate, dotate di acqua fresca e accessibili durante l’orario di lavoro.
Il rischio da calore non è più un’emergenza straordinaria, ma una condizione cronica che richiede un approccio strutturato e permanente. Ignorarlo può avere gravi conseguenze: dai cali di produttività agli infortuni, fino ai decessi.
Adeguarsi alle nuove linee guida significa non solo rispettare la normativa, ma soprattutto proteggere il proprio personale, migliorare l’efficienza e rafforzare la cultura aziendale della sicurezza.
Contattaci per una consulenza su misura o per aggiornare il tuo DVR secondo le nuove direttive regionali e nazionali.
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