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Introdotta una soglia “de minimis”, semplificate le procedure e confermati gli obiettivi climatici nel pacchetto legislativo europeo
Il Consiglio dell’Unione Europea, in data 29 settembre 2025, ha approvato un insieme di modifiche al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) nell’ambito del pacchetto legislativo “Omnibus I”.
L’obiettivo di questa revisione è ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI), mantenendo invariato il livello di ambizione climatica dell’Unione.
Il CBAM UE resta così uno degli strumenti centrali per garantire equità competitiva e sostenibilità ambientale nel commercio internazionale.
Cos’è il meccanismo CBAM e perché è importante
Il Carbon Border Adjustment Mechanism è un sistema che impone agli importatori di beni ad alta intensità di emissioni — come acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio e idrogeno — di acquistare certificati CBAM equivalenti alle emissioni di CO₂ incorporate nei prodotti importati.
L’obiettivo è evitare la delocalizzazione produttiva verso Paesi con normative ambientali meno severe, assicurando una parità di condizioni tra imprese europee e concorrenti esteri.
Il CBAM, noto anche come “tassa sul carbonio alle frontiere”, fa parte del pacchetto Fit for 55, che mira a ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030. Le nuove semplificazioni rappresentano un passo per rafforzare la transizione ecologica senza ostacolare la competitività industriale.
Le principali novità introdotte dal CBAM 2025
1. Introduzione della soglia “de minimis”
La modifica più rilevante è l’introduzione di una soglia minima di esenzione: le importazioni fino a 50 tonnellate all’anno per importatore non saranno soggette al CBAM.
Questa misura, basata sulla quantità e non sul valore, riduce gli obblighi burocratici e offre un reale alleggerimento per le PMI e per le imprese con volumi di importazione ridotti.
2. Anticipazione della fase operativa
Le imprese potranno importare prodotti soggetti a CBAM anche in attesa della registrazione ufficiale come dichiaranti, nella fase iniziale del 2026. In questo modo, l’Unione Europea mira a garantire continuità commerciale e a evitare rallentamenti legati alla burocrazia.
3. Semplificazione delle procedure di calcolo e verifica
Le nuove regole chiariscono i metodi di calcolo delle emissioni incorporate e definiscono procedure più lineari per la verifica dei dati da parte delle autorità nazionali.
Questo porterà maggiore trasparenza, uniformità e affidabilità nei report delle imprese, riducendo al contempo i margini di errore e le duplicazioni documentali.
4. Revisione del regime sanzionatorio e dei rappresentanti doganali
Il nuovo testo armonizza le sanzioni per violazioni CBAM e introduce regole più chiare per i rappresentanti doganali indiretti, eliminando incertezze giuridiche e differenze tra Stati membri.
L’obiettivo è creare un sistema di controllo più omogeneo e prevedibile per tutte le aziende coinvolte.
Un equilibrio tra semplificazione e ambizione climatica
Pur introducendo una riduzione degli oneri, il CBAM semplificato non riduce la copertura ambientale: circa il 99% delle emissioni incorporate nelle merci importate continuerà a essere monitorato.
Ciò garantisce che il meccanismo resti coerente con gli obiettivi del Green Deal europeo e con la neutralità climatica entro il 2050.
In sostanza, la Commissione Europea ha trovato un equilibrio tra snellimento delle procedure e mantenimento dell’efficacia ambientale, consolidando il CBAM come strumento cardine della politica climatica e commerciale europea.
Impatti pratici sulle imprese europee
Le semplificazioni introdotte generano effetti tangibili per le aziende europee:
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Riduzione dei costi di conformità per le piccole importatrici.
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Maggiore chiarezza normativa per le grandi industrie ad alta intensità emissiva.
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Integrazione più semplice nei sistemi gestionali ambientali, come quelli basati su ISO 14001 o EMAS.
Le imprese dovranno comunque aggiornare le proprie policy interne di sostenibilità, rivedere i processi di monitoraggio delle emissioni e garantire la qualità dei dati comunicati alle autorità.
La transizione al nuovo sistema rappresenta quindi un momento strategico di riorganizzazione, utile anche per potenziare le pratiche ESG e la trasparenza ambientale.
Sfide tecniche e opportunità di miglioramento
Nonostante le semplificazioni, il CBAM resta un meccanismo complesso che richiede competenze specialistiche e strumenti digitali avanzati per la gestione dei dati emissivi.
L’automazione delle comunicazioni doganali, la digitalizzazione dei certificati di carbonio e l’uso di software di carbon accounting saranno fondamentali per rispettare le nuove scadenze e minimizzare gli errori.
Parallelamente, le imprese che adotteranno per tempo soluzioni innovative potranno trasformare la conformità CBAM in un vantaggio competitivo, migliorando l’efficienza energetica, la tracciabilità e la reputazione ambientale.
Conclusione
Le semplificazioni al meccanismo CBAM segnano un punto di svolta per la competitività sostenibile delle imprese europee.
Con la nuova soglia de minimis, la semplificazione delle procedure e la razionalizzazione dei controlli, l’UE punta a costruire un sistema più equo e meno gravoso, mantenendo al contempo un forte impegno nella lotta al cambiamento climatico.
Il nuovo CBAM UE 2025 rappresenta quindi una svolta strategica: riduce la burocrazia, stimola l’innovazione e rafforza la leadership europea nella transizione ecologica e nel commercio internazionale sostenibile.
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