Assistenza socio-sanitaria: nuovi dati sui rischi per la salute muscoloscheletrica

Un’analisi dell’EU-OSHA evidenzia le principali criticità e le strategie preventive nel settore della cura alla persona

Assistenza socio-sanitaria: nuovi dati sui rischi per la salute muscoloscheletricaIl settore dell’assistenza sanitaria e sociale rappresenta uno dei pilastri fondamentali del sistema di welfare europeo, ma è anche tra quelli più esposti ai disturbi muscoloscheletrici (DMS).

Queste patologie, che comprendono dolori cronici e degenerazioni a carico di schiena, spalle, arti e articolazioni, costituiscono da anni una delle principali cause di assenze dal lavoro, riduzione della produttività e abbandono anticipato dell’attività professionale.

Un recente studio dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha evidenziato come le condizioni operative tipiche del comparto sanitario e socio-assistenziale continuino a generare fattori di rischio significativi, spesso aggravati dalla carenza di personale, dal progressivo invecchiamento della forza lavoro e dalle trasformazioni organizzative in corso.

Un contesto complesso e in evoluzione

L’indagine analizza il settore HeSCare, che include ospedali, strutture per anziani, assistenza domiciliare e servizi sociali. Nonostante la varietà dei ruoli, i lavoratori condividono un elemento comune: un elevato impegno fisico e psico-emotivo. Movimentare pazienti, mantenere posture statiche per lungo tempo, compiere manovre ripetitive o lavorare in spazi ristretti sono azioni che, nel tempo, determinano un forte impatto sull’apparato muscoloscheletrico.

Secondo i dati raccolti, infermieri, operatori socio-sanitari e fisioterapisti risultano le categorie più vulnerabili, ma anche medici e personale tecnico possono sviluppare disturbi dovuti a posture scorrette, stress e carichi mentali prolungati. Questa ampiezza di incidenza conferma che i disturbi muscoloscheletrici nel settore sanitario rappresentano un rischio trasversale, che coinvolge tutte le figure professionali.

I principali fattori di rischio

Tra le cause più ricorrenti emergono la movimentazione manuale dei pazienti, le posture incongrue, i movimenti ripetitivi e le condizioni ergonomiche inadeguate. La mancanza di strumenti di sollevamento o il loro uso scorretto aumentano il rischio di lesioni lombari e cervicali. A ciò si aggiungono ritmi di lavoro intensi, turni notturni, orari irregolari e pause insufficienti, fattori che contribuiscono ad affaticamento cronico e ridotta capacità di recupero.

Particolare attenzione è dedicata ai fattori psicosociali: stress, ansia, violenza verbale o fisica e un clima organizzativo poco collaborativo incidono direttamente sul benessere dei lavoratori. La combinazione tra stress mentale e tensione muscolare genera spesso un circolo vizioso che amplifica i sintomi e aumenta la probabilità di sviluppare patologie croniche.

La necessità di un approccio integrato

Lo studio sottolinea la necessità di un approccio sistemico e partecipativo alla prevenzione. Ridurre i DMS non significa solo fornire dispositivi ergonomici, ma integrare formazione, organizzazione del lavoro e cultura della sicurezza. È fondamentale che i lavoratori vengano coinvolti nella valutazione dei rischi e nella definizione delle procedure, così da aumentare consapevolezza e adesione alle misure preventive.

L’adozione di tecnologie ergonomiche, come letti regolabili, sollevatori meccanici e ausili di trasferimento, consente di diminuire lo sforzo fisico, ma richiede formazione continua per un utilizzo corretto. Allo stesso tempo, è necessario implementare politiche di gestione del personale basate sull’età e sulle capacità individuali, per garantire inclusione e sicurezza anche ai lavoratori più anziani.

Verso una cultura della prevenzione

Le buone pratiche di prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici dimostrano che un approccio proattivo può generare risultati tangibili: riduzione delle assenze per malattia, miglioramento del benessere psicofisico e aumento della qualità dell’assistenza ai pazienti. Tuttavia, per rendere efficaci queste iniziative, è necessario un impegno strutturale, con investimenti mirati, coordinamento tra istituzioni e valorizzazione della sicurezza come elemento centrale della qualità dei servizi.

In conclusione, la salute muscoloscheletrica nel settore socio-sanitario rappresenta una sfida cruciale per la sostenibilità del sistema nel lungo periodo. Promuovere ambienti di lavoro sicuri, organizzazioni flessibili e lavoratori formati e tutelati significa proteggere non solo chi presta assistenza, ma anche la qualità della cura offerta ai cittadini.

Solo una prevenzione integrata e partecipata può garantire un equilibrio duraturo tra benessere, efficienza e dignità professionale.

Clicca qui per visualizzare il documento sul sito del EU-OSHA.

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07/10/2025

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