Agenti chimici pericolosi: aggiornamento Inail su istruzioni e rischi per i lavoratori

Pubblicato documento con istruzioni per lavoratori che operano in presenza di agenti chimici pericolosi

Agenti chimici pericolosi: aggiornamento Inail su istruzioni e rischi per i lavoratoriI prodotti chimici sono presenti in diversi oggetti che usiamo quotidianamente come ad esempio detersivi, tessuti, abbigliamento, mobili e molto altro. Questi prodotti non sono utilizzati solo dagli addetti del settore chimico ma anche in altri settori come l'industria tessile, automobilistica, agricoltura e informatica.

L'Unione Europea ha aggiornato la sua legislazione riguardo alle sostanze chimiche dal 2006, emanando il regolamento REACH e il regolamento CLP, che uniforma le informazioni sui pericoli associati ai prodotti chimici. L'UE ha istituito l'Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) per coordinare i processi previsti dalle nuove normative.

In Italia, la legislazione sulla salute e sicurezza sul lavoro è disciplinata dal d.lgs.81/2008 e s.m.i., che assegna al datore di lavoro il compito di valutare il rischio derivante dall'uso di sostanze chimiche nel processo produttivo.

Agenti chimici: i pericoli sul posto di lavoro

Gli agenti chimici presenti nei prodotti quotidiani possono arrecare danni alla salute, anche gravi, come malattie o infortuni sul lavoro. L'infortunio è un danno immediato causato dal contatto con l'agente chimico, ad esempio ustioni cutanee dovute a schizzi di acido. La malattia invece si manifesta dopo un periodo di latenza, che può durare molti anni, e può essere causata dall'assorbimento delle sostanze per via inalatoria, cutanea o orale. L'apparato respiratorio è dotato di meccanismi di difesa, ma l'assorbimento varia in base alla forma della sostanza.

La legge italiana prevede che i datori di lavoro valutino il rischio derivante dall'uso di sostanze chimiche nei processi produttivi, innanzitutto è opportuno sottolineare la differenza dello stato fisico delle sostanze chimiche che possono causare danni:

  •  Gas: sostanza presente allo stato gassoso, senza forma e volume propri;
  • Vapore: sostanza aerodispersa a causa dell'evaporazione o ebollizione della fase liquida;
  • Polvere: particelle che hanno la stessa composizione del materiale da cui si sono generate, con diametro generalmente compreso tra 0,25 e 100 micron;
  • Aerosol: dispersione di solido o liquido in atmosfera, come nebbia o fumo;
  • Nebbia: dispersione di liquido in atmosfera;
  • Fumo: dispersione in atmosfera di particelle solide prodotte da processi chimici o termici, con composizione diversa dal materiale da cui si sono generate;
  • Fibra: particella di forma allungata e sottile.

È opportuno sottolineare che il luogo di lavoro può contenere agenti chimici per vari motivi, come la loro presenza naturale, l'utilizzo nel ciclo produttivo, come intermedi e sottoprodotti di reazione o a seguito di incidenti.
La protezione dei lavoratori dagli agenti chimici è regolata dal Titolo IX - Capo I del d.lgs. 81/2008, che stabilisce i requisiti minimi per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Tale regolamentazione si applica sia agli effetti degli agenti chimici presenti sul luogo di lavoro, che a quelli derivanti da attività lavorative che comportano l'uso di tali agenti

Agenti chimici sul luogo di lavoro: misure di prevenzione e protezione

Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare la valutazione del rischio per gli agenti chimici presenti sul luogo di lavoro, che deve essere inclusa nel DVR. La valutazione comprende sia la salute che la sicurezza, valutando tutte le possibili vie di esposizione.
Il datore di lavoro deve determinare preliminarmente la presenza di tutti gli agenti chimici pericolosi e controllarne la classificazione, utilizzando fonti come l'etichettatura e le schede di sicurezza.

Nella valutazione del rischio, devono essere considerati fattori come le proprietà pericolose degli agenti chimici, il livello e la durata dell'esposizione, le misure preventive adottate e le conclusioni delle azioni di sorveglianza sanitaria.
Alla fine della valutazione, si possono verificare quattro situazioni, che vanno dal rischio basso per la sicurezza ed irrilevante per la salute al rischio non basso per la sicurezza e non irrilevante per la salute.

Il datore di lavoro deve valutare i rischi e adottare misure di prevenzione e protezione per proteggere i lavoratori esposti ad agenti chimici pericolosi.
Se il rischio è basso, devono essere applicati i principi generali di prevenzione. Se il rischio non è basso, devono essere adottate misure specifiche di protezione, come la sostituzione dell'agente pericoloso o l'adozione di misure tecniche e organizzative di protezione collettiva e individuale.
In caso di emergenze o incidenti, devono essere predisposte misure adeguate e deve essere effettuata la sorveglianza sanitaria dei lavoratori.

Agenti chimici sul luogo di lavoro: Valori limite di esposizione professionale

Agenti chimici pericolosi: aggiornamento Inail su istruzioni e rischi per i lavoratoriI Valori limite di esposizione professionale (VLEP) sono le concentrazioni massime di sostanze chimiche alle quali un lavoratore può essere esposto senza subire effetti avversi per la salute, a breve o a lungo termine.
Di solito, i VLEP sono definiti per periodi di riferimento di 8 ore, ma possono essere fissati anche per periodi più brevi, e mantenere la concentrazione degli inquinanti al di sotto dei VLEP protegge la salute della maggioranza dei lavoratori.

La maggior parte degli agenti cancerogeni/mutageni non ha un livello al di sotto del quale l'esposizione non è in grado di produrre effetti nocivi, pertanto, per queste sostanze, vale il principio della riduzione dell’esposizione al valore tecnicamente più basso possibile.
La direttiva (UE) n. 2022/4312 ha esteso il campo di applicazione della direttiva madre cancerogeni (2004/37/CE e s.m.i.) alle attività che espongono i lavoratori, oltre che ad agenti cancerogeni/mutageni, anche a sostanze tossiche per la riproduzione a causa della loro attività lavorativa.

I VLEP variano a seconda delle fonti e degli organismi che li definiscono, pertanto è importante fare riferimento a quelli specifici per l'agente chimico in questione. Se non sono disponibili i VLEP specifici, si può fare riferimento ai valori limite riportati nelle direttive UE non ancora recepite dalla legislazione italiana, se disponibili, o ai valori limite di soglia (TLV) fissati dall'Associazione americana degli Igienisti Industriali (ACGIH).

Il TLV-Time Weighted Average (TLV-TWA) rappresenta la concentrazione media, ponderata nel tempo, degli inquinanti presenti nell'aria degli ambienti di lavoro nell'arco dell'intero turno lavorativo. Questo indica il livello di esposizione al quale si presume che la maggior parte dei lavoratori possa essere esposta senza subire effetti dannosi per la salute.
Per le sostanze per le quali viene proposto tale limite, viene accettata la possibilità di escursioni durante la giornata lavorativa, purché non eccedano di 3 volte il valore del TLV-TWA per più di 30 minuti complessivi nell'arco del turno di lavoro, e senza mai superare il valore di 5 volte il TLV-TWA.

Per consultare il documento pubblicato dall'INAIL direttamente dal loro sito cliccare qui.

Noi di GMT Consulting siamo partner solution su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per tutti gli adempimenti obbligatori correlati al D.lgs. 81/2008 (ex D.lgs. 626/94).

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04/05/2023

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